Quando al debutto vinceva il cavallo “sbagliato”.

Il 20 ottobre 1935 era una soleggiata giornata di fine autunno a Merano e dintorni. L'aria era mite, il terreno asciutto: le condizioni meteorologiche e del manto erboso erano ideali per ospitare il primo Gran Premio di Merano.

La pista era in ottime condizioni dal 30 agosto, come avevano visto sul posto sia il dittatore fascista Benito Mussolini che il principe di Piemonte. Niente ha ostacolato un magnifico spettacolo equestre sull'ippodromo più moderno e bello d'Europa - questo è stato assicurato anche da una discreta somma di denaro, che gli organizzatori hanno promesso al vincitore.

La razza più dotata d'Europa Gli organizzatori meranesi avevano messo in palio l'incredibile somma di un milione di lire, una cifra astronomica per l'epoca, e sottolineavano l'importanza di questa corsa per il regime fascista. Per fare un confronto: al “Prix de l'Arc de Triomphe”, la corsa in piano più importante d'Europa a Parigi, quattro anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale furono pagati “solo” 700.000 lire di premio in denaro. Non c'è quindi da meravigliarsi che non siano state solo le squadre italiane a recarsi a Merano. Anche i grandi allevatori francesi non perdevano l'occasione di venire nella città passante con i loro migliori cavalli. Dopotutto non volevano perdere l'occasione unica di vincere un premio in denaro esorbitante.

Anche tra gli spettatori si era sparsa la voce che i migliori cavalli avrebbero lottato per la vittoria a Untermais. Inoltre l’ippodromo e l’adiacente villaggio equestre “Borgo Andreina” erano stati completati solo poche settimane prima. Adesso era giunto il momento per la popolazione di esplorare la nuova struttura durante una visita e quale modo migliore avrebbe potuto accadere se non venire all'ippodromo di Untermais per il Gran Premio. Le migliaia di appassionati di sport equestri provenienti da tutta Italia venivano portati a Merano con treni speciali. Quel giorno sul territorio italiano non potevano più svolgersi altre corse a ostacoli e sugli spalti stracolmi presero posto molti rappresentanti di alto rango del governo: questo sottolinea anche quanto fosse importante per il regime fascista la corsa di Merano.

Il dittatore è infuriato La corsa in sé è stata estremamente emozionante e diversi cavalli hanno lottato per la vittoria in una corsa testa a testa mozzafiato. Alla fine, però, il cavallo “sbagliato” ha tagliato per primo il traguardo: ha vinto Roi de Tréfle, un cavallo di una scuderia francese, e anche gli ospiti francesi hanno dato il tono al primo Gran Premio di Merano.

Ciò fece arrabbiare così tanto Benito Mussolini che ordinò ai proprietari della squadra corse italiana di dare più peso agli sport a ostacoli in futuro per poter resistere in futuro alla loro eterna rivale, la Francia. Con successo: solo un anno dopo, Horizon, un cavallo della scuderia italiana “Scuderia Tricolore”, vinse il secondo Gran Premio di Merano.

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Quando al debutto vinceva il cavallo “sbagliato”.

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